Detrazioni fiscali per pergotenpede e rgole bioclimatiche

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Detrazioni fiscali per pergotenpede e rgole bioclimatiche: cosa c’è da sapere (aggiornamento 2024)

 

Ci sono due tipologie di incentivi fiscali per l’acquisto e la posa di pergole bioclimatiche e pergotende: l’Ecobonus e il Bonus Casa.

04 febbraio 2024

04 febbraio, 2024

Negli ultimi anni la richiesta di strutture ombreggianti outdoor è molto cresciuta poiché le pergotende e le pergole bioclimatiche non solo offrono un ampliamento dello spazio utilizzabile e proteggono lo spazio esterno dai raggi solari e dalle intemperie, ma risultano anche un metodo efficace per raffrescare gli ambienti interni prospicienti, consentendo un sensibile risparmio sui costi per il condizionamento dell’aria.

 

Pergotende e pergole bioclimatiche: differenze e detrazione

Le pergotende sono strutture aperte sui lati e dotate di tendaggi retrattili in copertura; le pergole bioclimatiche sono simili alle pergotende, ma dotate di lamelle frangisole orientabili.

Entrambe, quando sono addossate all’edificio e a protezione di una superficie vetrata direttamente esposta alle radiazioni solari, permettono di detrarre le spese congrue sostenute mediante Ecobonus 50% (in qualità di schermature solari), sia in ambito residenziale sia commerciale, terziario, industriale. Infatti, l’Ecobonus è utilizzabile da tutte le tipologie di edifico, inclusi uffici, negozi, bar, ristoranti, hotel, laboratori, ecc.

Per gli edifici residenziali, in presenza di una pratica edilizia per interventi di manutenzione straordinaria, è possibile inoltre, in alternativa all’Ecobonus, sfruttare il Bonus Casa, dedicato al recupero del patrimonio edilizio, che nel nostro caso, offre notevoli vantaggi.

Con questo articolo entriamo quindi nel merito delle varie possibilità offerte dalle leggi in vigore di detrarre correttamente, e più convenientemente, le spese sostenute per la fornitura e la posa delle pergole ombreggianti.

Tra i due strumenti di agevolazione fiscale utilizzabili, Ecobonus e Bonus Casa, vi sono alcune differenze applicative: a seconda della tipologia dell’immobile (se residenziale o meno) e a seconda dei lavori che complessivamente e contemporaneamente sono svolti sull’unità immobiliare.

Esploriamo nel dettaglio queste differenze.

 

Pergotende e pergole bioclimatiche: la detrazione Ecobonus

Per prima cosa affrontiamo la detrazione delle pergotende e delle pergole bioclimatiche mediante Ecobonus che, lo anticipiamo, per le abitazioni residenziali è il metodo meno vantaggioso.

Si tratta di uno strumento di detrazione utilizzabile da tutte le tipologie di immobile, e che per la grandissima parte degli interventi qui trattati, non prevede la presentazione di una pratica edilizia, poiché anche secondo diverse sentenze, l’installazione delle pergole con lamelle o con teli impacchettabili in copertura, è considerata un intervento da eseguirsi in edilizia libera, un argomento che abbiamo approfondito in un articolo pubblicato sul nostro sito.

In ogni caso, visto che il Comune di ubicazione dell’intervento potrebbe essersi dotato di un regolamento edilizio con regole specifiche al riguardo, consigliamo di informarsi presso l’Ufficio tecnico per accertarsi che non sia necessario.

Nel caso in cui invece, come solitamente accade, l’intervento sia configurabile come edilizia libera, l’unica detrazione utilizzabile è proprio l’Ecobonus, che permette di detrarre in 10 anni il 50% delle spese congrue sostenute, facendo poi seguire all’ultimazione dei lavori la richiesta di detrazione mediante l’apertura di una pratica sul portale Enea Ecobonus.

Per essere detraibili come schermature solari, utili quindi a produrre un risparmio energetico estivo, le pergole ombreggianti devono rispettare alcune caratteristiche, facilmente consultabili sul Vademecum pubblicato da Enea.

Innanzitutto, la struttura della pergola climatica dev’essere stabilmente ancorata e addossata all’edificio. Se infatti venisse installata in giardino, senza alcuna connessione al fabbricato, si tratterebbe di un arredo esterno, per il quale non sono previste detrazioni fiscali.

Le lamelle frangisole poste sulla copertura della pergola bioclimatica devono essere movimentabili e il telo tessile della pergotenda dev’essere retrattile, cosicché durante i mesi invernali le schermature possano essere disattivate per consentire l’ingresso negli ambienti interni dei raggi solari, che contribuiscono al riscaldamento degli ambienti (apporti termici gratuiti).

Inoltre, la schermatura dev’essere certificata con un gtot (un valore che esprime la qualità della protezione solare) inferiore o uguale a 0.35. Si tratta di un requisito raggiunto da tutte le pergole ombreggianti di Pronema.

Bisogna poi tenere in considerazione che mediante l’Ecobonus le schermature solari sono detraibili solamente a protezione di finestre orientate da est a ovest passando per sud, impedendo quindi la detrazione di tutti i sistemi schermanti posizionati sui quadranti rivolti a nord.

Vediamo ora quali costi possono essere portati in detrazione.

Dal 15 aprile 2022 con l’Ecobonus bisogna rispettare i limiti imposti dal Decreto Costi massimi del 14 febbraio 2022. Il Decreto stabilisce che il costo detraibile per l’installazione delle schermature solari non può essere superiore a 276 €/mq. Al costo massimo detraibile è però sempre possibile aggiungere, come chiarisce il Decreto stesso: le spese per il trasporto, per il carico e lo scarico del materiale, le spese sostenute per la posa in opera, oltre a quelle eventualmente effettuate per i lavori edili strettamente connessi all’intervento e per le prestazioni professionali, e ovviamente all’Iva, nel caso di committenti privati.

In aggiunta al costo massimo detraibile, la normativa prevede anche il rispetto della spesa massima detraibile, che però, nel caso delle schermature solari, risulta sufficientemente ampio, essendo pari a 60.000 € per unità immobiliare, che corrisponde a una spesa massima sostenuta di 120.000 €.

Aggiungiamo poi che con l’Ecobonus è necessario considerare alcuni aspetti, che malgrado non siano riportati nella normativa, sono stati evidenziati da alti rappresentati di Enea, che ricopre il ruolo di controllore tecnico delle detrazioni.

Per prima cosa Enea ci avverte di prestare attenzione al rapporto tra superficie schermante e superficie finestrata protetta: usando di fatto il buon senso per non esagerare con l’una rispetto all’altra. Ossia, se per ombreggiare completamente una finestra fosse sufficiente una superficie tessile per esempio di 6 mq, il Fisco a seguito di un controllo, potrebbe contestare al beneficiario la detrazione della spesa per una tenda di dimensioni superiori, poiché la superficie eccedente non concorrerebbe al risparmio energetico ottenuto, che è la finalità dell’Ecobonus.

Inoltre, Enea sostiene che per quanto riguarda le pergole ombreggianti, possa essere detratta la sola superficie schermante orizzontale, posta in copertura, e non anche gli eventuali teli posti sui lati, che invece rimarrebbero a carico del beneficiario senza possibilità di detrazione.

In conclusione, possiamo affermare che in ambito Ecobonus, visto che il costo massimo di 276 €/mq, attribuito alle schermature solari, è sottostimato per quanto riguarda le pergotende e le pergole bioclimatiche, la detrazione effettiva sulla quale il beneficiario può coerentemente contare è di circa il 20/25% rispetto alla spesa complessivamente sostenuta.